Signor Presidente, sono orgoglioso di prendere la parola in questa occasione
anche se semplicemente per esprimere alcune, un paio di idee su questo
Piano Regolatore Generale. Preliminarmente mi fa piacere vedere che finalmente
arriva in Consiglio Comunale questa discussione a dimostrazione che probabilmente
chi sosteneva che il confronto sul progetto concreto avrebbe potuto far
chiarezza sui problemi di politica amministrativa della città aveva
ragione e che la sede giusta non poteva che essere il dibattito in sala
consiliare. Voglio subito fare anche due chiarimenti, io sono proprietario
di due appartamenti, ho un piccolo pezzo di terra indiviso in zona agricola.
Se avessi delle partecipazioni occulte in zone di sviluppo non lo direi.
Comunque ho dichiarato quello che pressappoco è il mio interesse
immobiliare, penso che non sia incompatibile, questo mio stato patrimoniale,
con la votazione del Piano Regolatore Generale. E una volta tanto sono
contento di non avere grossi interessi su un fatto amministrativo in quanto,
ribadisco, sono orgoglioso di poter votare e votare favorevolmente per
l'adozione di questo Piano Regolatore Generale.
Mi volevo permettere anche preliminarmente di fare anche quasi un invito,
un'esortazione al Consiglio Comunale, non so se tocca me, comunque mi
sento di farla e la farò: questo è un Consiglio Comunale
che, ormai abbiamo tutti una certa età, è vero, ma è
un Consiglio Comunale giovane che esprime, probabilmente, la classe politica
dirigente del futuro e che a mio avviso non può farsi scappare
l'occasione di votare con la più ampia Maggioranza un Piano Regolatore
Generale: l'adozione del Piano Regolatore Generale ci fornisce un progetto
che ci mette nella possibilità di sviluppare i nostri progetti
politici per i prossimi anni.
Questo P.R.G. è un sistema, un progetto che, preciso subito, non
è privo di nei, e mi piace chiarire subito inizialmente a scanso
di equivoci che per esempio l'ubicazione del Tribunale non mi soddisfa
a, mi sembra che non abbia accolto le indicazioni della società
civile, ci sono delle chiazzette rosse in giro per il centro abitato perimetrato
che io sinceramente poco capisco ma comunque si tratta si scelte del progettista,
forse sarebbe da approfondire meglio, ce lo ha già chiarito, voi
continuate, ho visto che si continua a parlare di questa chiazza rossa
al laghetto del Nascosa, ma l'Assessore Ranieri per quello che mi riguarda
ha chiarito ogni dubbio nella sua relazione introduttiva relativamente
a quel sito, c'è un neo che io dico che è un bubbone e che
secondo che non potrà essere spiegato perché va aldifuori
della logica che si è utilizzata per dare identità ai vari
borghi e cioè lo sviluppo di Borgo Isonzo. Io spero che, stiamo
parlando di fatti particolari, ma io spero che nelle repliche i tecnici
ci potranno spiegare il motivo di quel grosso sviluppo alle porte sud,
mi sembra, della città, comunque intorno al cavalcavia di Borgo
Isonzo. Io credo che appunto quindi finalmente siamo arrivati a discuterne
e l'esortazione è quella di discutere di questo Piano Regolatore
Generale, del Piano elaborato dal Professor Cervellati senza preconcetti
di tipo, diciamo così, politico - partitico, cioè senza
stare a guardare, pur essendo coscienti delle conseguenze che una posizione
o un'altra determina sul Piano Regolatore Generale, alle conseguenze,
alchemiche direi io, che determinerà la presa di posizione in un
modo o nell'altro su questo Piano Regolatore Generale. Io credo che affrontare
in questo modo il problema possa essere non solo utile per chi è,
diciamo così, politicamente più giovane ma possa essere
d'esempio anche per le più giovani generazioni cittadine. Il dibattito
politico odierno che, credo sia di assoluta rilevanza, si colloca in un
momento in cui sulle pagine dei giornali, sulle prime pagine dei giornali
si parla soltanto di lotta contro o a favore della globalizzazione: io
credo che parlare dello sviluppo del proprio territorio sia un fatto assolutamente
importante, sia un fatto, diciamo così, di micropolitica che è
la unica soluzione probabilmente all'omologazione che è determinata
dalla globalizzazione. In questa occasione, in relazione a questo, mi
piace citare, non è la prima volta che lo faccio, Alain De Benoist
che è il maggior rappresentante della cosiddetta Nuova Destra che
viene detta Destra Radicale ma che si autodefinisce Destra Comunitaria
e che nella propria lotta alla globalizzazione, all'omologazione mondiale
contrappone proprio la cosiddetta micropolitica, quella che stiamo attuando
noi di estrema importanza. E mi piace citare chi dice che l'azione locale
consente di prendere in considerazione il ritorno a una democrazia diretta
di tipo organico e comunitario. Una democrazia di questo tipo prendendo
in considerazione tanto il momento della deliberazione, quanto quello
della decisione, implica in primo luogo un'ampia partecipazione, un comportamento
di questo genere risponde alla definizione di poter dare non una costrizione
bensì un potere di fare e di agire insieme.
Io credo che con questa consapevolezza debba essere affrontato anche diciamo
con questo spettro più generale debba essere affrontata la discussione
sul Piano Regolatore Generale. E' vero, il Nuovo P.R.G. è, quasi
in via esclusiva, un lavoro del nostro Sindaco Finestra, a cui bisogna
assolutamente riconoscere la soluzione di alcuni problemi di tipo culturale
della nostra città. E stato lui che ha preso per mano la città
e ha rotto le barriere tra fascismo ed antifascismo, che ha rivalutato
la opera dei nostri pionieri che era sempre stata tenuta ai margini della
nostra comunità, così facendo ha riallacciato i nodi fra
le vecchie, chiamiamole così, tra le prime e le ultime generazioni
di questa città. La sua azione politica ha determinato il ritrovamento
finalmente delle radici di questa città, non è stata un'opera
di tipo esclusivamente e puramente culturale, si è concretizzata
appunto a livello amministrativo con questo Piano che vogliamo andare
ad adottare. L'Amministrazione di Finestra ci sta fornendo, sta fornendo
alla città, uno strumento che può essere la base di tutta
l'attività politica non parlo per Alleanza Nazionale chiaramente
e soltanto, ma parlo per tutta la città che da quella base può
far scaturire un'attività, l'iniziativa politica vera e propria
che in realtà è un po' mancata ultimamente. Con la sua attività
culturale ha dato anche forza a questo strumento, a questo arco che può
rappresentare il Piano Regolatore Generale di Cervellati, ha dato la forza
a noi di tendere questo arco: dipende soltanto da noi la capacità
di assumere le forze di questa attività e tendere questo arco perché
la città possa finalmente sfrecciare e possa ottenere lo sviluppo
che si merita. Ritengo, quindi, si tratti della fine di una certa fase
in cui la città è stata presa per mano e dall'alto è
stata fatta crescere, adesso abbiamo tutti gli strumenti e progetti perché
si gestisca in maniera diversa da come è stato fatto finora. E'
ora di abbandonare i modi politici verticistici e personalizzati del Sindaco
Finestra, per dare finalmente con la partecipazione comune un nuovo slancio
alla città.
La debolezza di questo Piano è la mancanza di un'alternativa, in
realtà in un'ottica di bipolare, che si può trasferire anche
nel nostro ambiente locale, nella nostra comunità, a livello di
ente locale comunale, io credo che sarebbe stato bello oggi discutere
due Piani, uno il nostro quello di Finestra e quello di Cervellati, e
dall'altra parte un'alternativa. La debolezza di questo Piano è
che non esiste un'alternativa, è la sua debolezza perché
la discussione politica si concentra intorno a questo Piano senza la possibilità
di confrontare con un competitore che possa essere migliore o peggiore
ma con cui possa essere messo a confronto.
Comunque un buon lavoro dico in assoluto e cerco di tenermi il meno possibile
sul tecnico, è un lavoro che perimetra finalmente l'ambito cittadino
e rivaluta l'ambito agricolo: finalmente si mette fine a quello che Cervellati
definisce un disordine pianificato. Erano queste le premesse di Cervellati
fin dalla prima relazione che ci ha presentato dove esprimeva la volontà
di rafforzare quelle caratteristiche di individualità e di identità
che la città deve riscoprire e deve riassumere. Io credo che queste
intenzioni espresse nella relazione del giugno del 1997 si siano in effetti
trasferiti nell'opera, nell'elaborato cartografico e nella relazione finale
alle norme di attuazione. In effetti i cinque ambiti, che scaturiscono
da un grosso lavoro di analisi, anche sociale, del nostro territorio della
nostra comunità, fotografano la situazione di fatto e indicano
linee di sviluppo possibile. In ognuno di questi ambiti esiste quello
che è essenziale in un Piano Regolatore Generale cioè una
calamita, un fatto trainante, un volano che è il presupposto dello
sviluppo e tutto quello che viene previsto dal punto di vista urbanistico
e che non troverebbe sviluppo se non ci fossero delle idee lì dentro
in ogni singolo ambito, in ogni singolo progetto. A Littoria questi volani
sono costituiti dall'Università e dallo sviluppo e dal recupero
di Campo Boario, a Latina è un assoluto ed apprezzabile lavoro
di recupero, di restauro dell'esistente venutosi a creare in maniera assolutamente
disordinata; a Latina Lido c'è il fulcro dello sviluppo, ha individuato,
ritengo, il fulcro dello sviluppo della nostra città futura con
l'individuazione del Parco Tematico, delle Terme, di una rivalutazione
ambientale ed urbanistica. Manca forse l'individuazione di quello che
si dovrebbe fare della centrale nucleare di un'eventuale porto su Foce
Verde e dell'utilizzazione del pontile; c'è l'ambito dell'Astura
che non è assolutamente una zona di speculazione edilizia ma è
anzi di rivalutazione ambientale di sviluppo compatibile con la tutela
dell'ambiente che vede Satricum e vede come volano di sviluppo il recupero
di centri di archeologia anche di archeologia industriale; c'è
Latina Scalo con la sua corona agricola finalmente rispettata dalle norme
urbanistiche e con i punti, i volani di sviluppo che vengono individuati
nell'aeroporto, nel Centro Intermodale, nella zona industriale. Mi sembra
che quindi ci siano tutti gli strumenti per fare un grosso lavoro politico
- amministrativo per i prossimi anni. E' il primo però Cervellati
a dire che non basta questo Piano, non basta questo Piano Regolatore Generale.
Noi dovremo completare tutto quello che manca, dovremo arricchire, e sarà
il lavoro sia di chi adotterà che di chi non adotterà questo
Piano, dovremo arricchire questo progetto con la nostra iniziativa politica.
E' evidente che per il rilancio della Marina non è sufficiente
una previsione di tipo urbanistico, bisognerà prevedere altro,
ognuno ha i propri progetti, bisognerà sviluppare i servizi: sarà
nostro compito sviluppare i servizi che al momento sono solo indicati,
le isole pedonali, le piste ciclabili, soprattutto toccherà a noi,
e non ce lo detta certo il Piano Regolatore Generale, modernizzare la
città dal punto di vista informatico con il cablaggio eventualmente
di tutta la città. Toccherà a noi fornire la città
di una viabilità più sicura e migliore e più idonea
ai flussi che si verranno a determinare. Della centrale Nucleare e del
Porto avevo già detto.
Ma non voglio approfondire questi aspetti diciamo così specifici
e quasi tecnici perché si è discusso se è stato dato
dal Consiglio Comunale, dalla città un indirizzo politico nel momento
in cui è stato dato l'incarico al Professor Cervellati. Io già
in un precedente intervento, in un Consiglio sul Piano Regolatore Generale
avevo detto che la scelta di Cervellati è in sé un indirizzo
politico perché, da anni, che esprime i propri convincimenti di
tipo urbanistico per la rivalutazione delle città, la migliore
vivibilità delle città e il recupero, in particolare, dei
centri storici. Io devo dire di più, è quasi il corpo politico
che deve apprendere linee di indirizzo politico dal lavoro di Cervellati
e quindi mi piacerebbe concludere proprio citando un aspetto che io ritengo
politico della relazione del Professor Cervellati che voglio leggere per
chi non la ricordasse anche perché la discussione in Commissione
Urbanistica è andata troppo sul numero dei metri cubi o metri quadrati
o sugli aspetti assolutamente tecnici e si è parlato poco delle
prospettive, del vigore politico della relazione del Professor Cervellati.
In particolare dice in finale della relazione del dicembre 1999, che,
cito testualmente; "un Piano Regolatore Generale non è una
bacchetta magica, adeguato o inadeguato che sia difficilmente riuscirà
a frenare il degrado e il declino di un luogo, ovvero la sua rinascita,
senza una presenza autentica di tutti coloro che sono interessati al suo
destino, una presenza che non si manifesta esprimendo richieste individuali,
settoriali di parte o di partiti. Una partecipazione dunque attiva e positiva
per avviare un processo continuo di pianificazione nell'interesse della
collettività. L'adozione del Piano da parte del Consiglio Comunale
costituirà un'ulteriore verifica e determinerà ulteriori
contributi e approfondimenti ma anche dopo la sua approvazione il Piano
non sarà uno strumento rigido, immutabile rispetto all'evolversi
della società. E' stato elaborato in modo da consentirne una facile
lettura, per essere compreso anche da non tecnici, premessa indispensabile
per una corretta gestione. Un Piano Regolatore Generale pone delle sfide
che noi dobbiamo credo necessariamente affrontare, agli amministratori
innanzitutto per la complessità delle scelte necessarie per dare
avvio a una politica di riqualificazione complessiva e in particolare
di recupero dell'immagine e nel caso specifico per rifondare la città,
al Consiglio Comunale nel suo insieme per riuscire a sacrificare le istanze
di schieramento nell'interesse di tutto il territorio, ai tecnici che
debbono progettare per Latina nella consapevolezza che il loro lavoro
sarà giudicato dall'apporto oggettivo e non soggettivo di qualità
che riusciranno a conferire alla loro città ma soprattutto e questo
in finale di relazione, ai cittadini a cui è necessario rivolgersi
in particolare e particolarmente. Ai cittadini che debbono ritrovare l'orgoglio
di vivere, abitare e lavorare e di appartenere a Latina.". Mi piace
sottolineare che in questa relazione praticamente si fanno propri, il
Professor Cervellati fa propri i principi di partecipazione e appartenenza
che devono essere alla base dell'iniziativa politica, e che sono sicuramente
alla base dell'iniziativa politica di Alleanza Nazionale. Io ritengo che
se vogliamo effettivamente perseguire questa strada, che è una
strada appunto di partecipazione e di appartenenza, dobbiamo adottare
questo Piano Particolareggiato, se vogliamo iniziare a fare effettivamente
un'efficace azione politica su territorio, dobbiamo adottare questo Piano
con la massima e più ampia maggioranza. Ricordiamoci che abbiamo
questo, c'è chi lo valuta meglio e chi lo valuta peggio, ma abbiamo
questo Piano Regolatore Generale: non adottando questo Piano Regolatore
Generale abbiamo dall'altra parte l'assoluto nulla e le brutture del passato.
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